Per il primo studio internazionale sull'Own Business sono stati intervistati partecipanti di 10 Paesi. Cosa è stato determinante nel processo di selezione?
Anila Brahmakulam: Volevamo utilizzare lo studio per ottenere una visione globale, ma anche per identificare le caratteristiche specifiche di regioni e Paesi diversi. Volevamo scoprire cosa la gente pensa dei titolari d'impresa e cosa caratterizza i lavoratori autonomi come personalità.
Ivonne Bollow: Ci interessavano anche le differenze tra i vari Paesi. Ci siamo concentrati sull'Europa occidentale, sull'Europa orientale e sull'Asia. Abbiamo selezionato una serie di Paesi che per noi sono di importanza strategica, come Germania, Francia, Russia e Cina. Ma abbiamo incluso anche Paesi più piccoli, come i Paesi Bassi, che simboleggiano le nuove tendenze.
Quali sono i risultati che l'hanno maggiormente colpita o addirittura sorpresa?
Ivonne Bollow: Esistono chiare differenze tra i Paesi quando si parla di interesse ad avviare un'impresa. Mentre il valore medio tra i Paesi è del 48%, in alcuni è significativamente più alto. In Turchia, ad esempio, è del 74%, in Cina del 58%. Dobbiamo ancora analizzarne le ragioni. Forse in questi Paesi la propensione al rischio è maggiore, o forse il lavoro autonomo gode semplicemente di una reputazione più elevata.
Anila Brahmakulam: È stato interessante anche il fatto che gli aspetti monetari non sono la motivazione principale per diventare lavoratori autonomi. Molte persone sono interessate innanzitutto all'autorealizzazione e all'autodeterminazione.
Molti degli intervistati vorrebbero avviare un'attività. Ma solo il 13% crede di poter raggiungere questo obiettivo. Da dove deriva questa discrepanza?
Ivonne Bollow: Le ragioni di questo "gap imprenditoriale" sono varie. In definitiva, molti interessati non hanno fiducia perché hanno bisogno di sicurezza e non hanno risorse finanziarie. Lo studio ha rivelato un dato interessante: l'interesse per l'avvio di un'attività imprenditoriale era maggiore tra gli intervistati quando il reddito familiare era superiore a 100.000 euro. Ciò significa che il salto verso il lavoro autonomo ha molto a che fare con la liquidità. Anche i fattori socio-psicologici giocano un ruolo importante: la gestione di un'attività in proprio richiede un impegno generale e la capacità di resistere ai momenti difficili e ai cambiamenti economici e politici.
Cosa può fare METRO per migliorare le condizioni quadro delle imprese indipendenti?
Ivonne Bollow: In quanto grande azienda, possiamo diventare una sorta di ambasciatori dei nostri clienti. Siamo in dialogo con un gran numero di interlocutori politici. Possiamo continuare a sfruttare questa rete e la fiducia esistente. Diventando un esperto delle sfide dei nostri clienti e spiegando perché molti di loro sono costretti a chiudere l'attività dopo 1-3 anni. Questo è importante anche per i politici, che possono creare le condizioni quadro adeguate.
Anila Brahmakulam: Come METRO, possiamo fare molto anche noi per sostenere i lavoratori autonomi nel loro successo. Ad esempio, offrendo prodotti e servizi che si adattano esattamente alle esigenze dei clienti. Oppure promuovendo la digitalizzazione del settore della ristorazione.